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Gabriele Muccino parla di Fathers and Daughters: Che emozione lavorare con Russell Crowe

26/04/2014 | News |
Gabriele Muccino parla di Fathers and Daughters: Che emozione lavorare con Russell Crowe

"Ogni film è una prima volta, un esame da superare, un'attesa da rispettare. Ma alcuni film vibrano dall'inizio più di altri. E' questo il caso di Fathers and Daughters". Gabriele Muccino sta per dare il via alle ultime due settimane di riprese del suo nuovo film hollywoodiano, Fathers and Daughters, prodotto da Craig J. Flores e Nicolas Chartier per la Voltage Productions insieme a Sherryl Clark e girato tutto a Pittsburg. Il film racconta la storia di uno scrittore vincitore del Pulitzer, che rimane vedovo e deve crescere una figlia affrontando anche un grave esaurimento nervoso.Nei panni del protagonista c'e' il premio Oscar Russell Crowe che guida un cast all-star composto da Amanda Seyfried, Aaron Paul, Diane Kruger, Bruce Greenwood, Jane Fonda e Octavia Spencer.

"Ricordo cristallino il giorno in cui vidi Il Gladiatore al cinema. Ero agli inizi della mia carriera. Sognavo come i ragazzi di Pittsburgh di crescere e imparare sempre di più dalle mie esperienze. Ero pieno di fiducia e tenacia, sapevo di essere solo nella mia avventura ma mai avrei pensato che un giorno quel gladiatore sarebbe arrivato su un mio set", scrive Muccino su quello che ormai e' diventato una sorta di diario online del film sul suo profilo facebook, corredato da foto e riflessioni.

Le riprese sono iniziate a meta' marzo nella citta' di Pittsburg, dove il regista e' al lavoro dall'inizio di febbraio. E proseguiranno ancora fino ai primi dieci giorni di maggio circa. Ma dall'inizio di aprile, con il set ancora aperto, Muccino ha iniziato anche il montaggio: "Il montaggio -dice- è sempre il primo momento in cui fai davvero i conti con te stesso. Ho ansia ed euforia che si alternano perché fare film è sempre un' avventura di cui sei in controllo fino all'80 percento. Il restante venti percento è nelle mani del fato, dell'alchimia tra gli attori, del ritmo delle scene nel corpo dell'intero racconto, della magia che riesci o non riesci a rubare sul set", spiega. 

 


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